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David Copperfield, di Charles Dickens

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Vendetta

Un popolo sorpreso dalle folgori del tempio Morti ammazzati, danzatrici macabre sui cadaveri ancora caldi È questo il regno dell'incredulità e della normale violazione del già accaduto? Come in una realtà distopica dove è giusto sguinzagliare i cani contro il pezzente Non vogliamo l'oblio dell'assenzio per questi crimini non vogliamo le ceneri sparse in cerimonie di sacerdoti con paramenti sazi di vuoto sentire e pianti di vedove.   Vogliamo la vendetta l'unica che può darci la catarsi e consentirci di buttare nello scarico del cesso le storie dei buoni Vogliamo, vorremmo, la vendetta, ma non la perseguiremo riconosciamo l'occhio vacuo dell'orfano del nemico e proviamo compassione

Vergogna

  Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi   Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo  e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.

La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Ukraine

Tomorrow I go to Ukraine, stripping myself of sense. I am going with my comrades in disarmament, I bring goods and the desire to touch the minefields and trenches among the wheat fields. Tomorrow I go to Ukraine, we save humans. Andriy, Danylo, Oleh, Tapac, Alina, Mikhaylyna, Oleksandra Where are you? Lying in the wounds of the earth, guardians of the mud Ukraine, who seeks the bare tables of the dead and the flags that recall the red springs? We hear only the cries of women and men Against the zealots of the dark bear. Tomorrow I go to Ukraine With my comrades of disarmament I bring light and shadow I bring sincere words I bring blood from the bowels of the bear I bring women's truths I bring prayers from the convents of the Apocalypse Let us remember the flow of rivers and the air thick with the rust of tanks let us follow the footsteps of the leaders and the breath of fear

Ucraina

  Domani vado in Ucraina, spogliandomi di senso. Vado con i miei compagni di disarmo, porto beni e la voglia di toccare con mano i campi minati e le trincee fra le messi di grano. Domani vado in Ucraina, salviamo umani. Andriy, Danylo, Oleh, Tapac, Alina, Mikhaylyna, Oleksandra Dove siete? Giacete nelle ferite della terra, custodi del fango Ucraina, chi cerca le tavole spoglie dei morti e le bandiere che ricordano le rosse primavere? Udiamo solo urla di donne e uomini contro i zeloti dell'orso oscuro. Domani vado in Ucraina con i miei compagni di disarmo porto luci ed ombre porto parole sincere porto sangue dalle viscere dell’orso porto verità di donne porto preghiere dai conventi dell’Apocalisse Ricordiamoci lo scorrere dei fiumi e l’aria densa della ruggine dei carri armati seguiamo le orme dei condottieri e il soffio della paura

Preferisco il silenzio

Preferisco il silenzio. il sibilo sgraziato di parole non dette e sospiri rantolanti preferisco questo alle orge di spritz e ai racconti dell'orrore vacuo dei cazzari delle metropoli Preferisco il mantra dei rosari delle vecchie di paese al  chiacchiericcio da comari sulla porta ventosa preferisco il silenzio composto dei chierichetti e dei sacrestani, l'odore placido di muschio e i volti lividi di anonimi impiegati al frastuono affaccendato  di eserciti di tatuati con le insegne sacre del dio dei pirla. Preferisco la nostalgia col cuore rivolto a un passato che ricordi male, ma dal quale non vuoi liberarti al cogli l'attimo, quando l'attimo non è futuro di rivolta ma edonismo pezzente e offesa dei morti