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Lingue salmastre

 La neolingua,  ma che sorpresa che cose originali origami che si arrovellano cercando di dare senso al nonsenso. C'è chi spara salve di baccalà e se ne compiace. Ma la neolingua non è quella di tutti e tutte, gli asterischi, la schwa? Si anche, ma quella non ce l'ha col senso delle cose, ce l'ha con lo sguardo occhiuto e l'inconscio triste del patriarcato. Fluidi patetici a corto di vodka e grandi puttane. La neolingua poetica invece ce l'ha con me, che cerco di dare un nonsenso al senso. Ce l'ha con il mio spirito sobrio che cerca di scacciare la tristezza  con gli ultimi fumi tossici del secolo breve o con un meme del futuro 
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Giano Bifronte

Giano bifronte, betulle di sangue e memorie dell'orbo di sotto. Guerra di orridi consigli e coscienze disperse nei vicoli di Leopoli. Donne del Donbass che fabbricavano bombe per il partito, vecchie, rancorose ormai, aspettare sull'uscio di casa la benevolenza di donne col saio e uomini accalorati. Giano bifronte, Gaza non vale una messa e nemmeno la pietà di infami belanti. Polvere di mattoni, rotte di fumo e sangue atteso. Pianure, pianure, detriti, memorie cancellate, volte di cannoni. Normalità cancellata la domenica della partita e delle risa di donne, freni stridenti del carretto dei bambini. Camici insanguinati dei tirocinanti dell'est, bravi medici, e padri e figli del rancore. Gaza, Ucraina, Ucraina, Gaza, la notte dei corvi viventi spazza via ogni ragione complice, prigionieri del vento oblungo. Giano bifronte, infami flagelli che non coprono le urla di madri, sedano con l'alcol e cattivi presagi la coscienza del secolo breve  

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