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Infami 1.0

Infami 1.0 eccoci qua è una questione di dignità guerra santa di civiltà Infami 1.0 atlantisiti a volontà ma cos'è sta mmerda qua e ci siamo pure noi popolo del mare facce scure e tanti guai ultima generazione non vi facciamo il sermone bravi attenti allo sgomento, costa poco e vale doppio. Infami 1.0 atlantisti a volontà ma ci stiamo pure noi, popolo dei monti barbe scure e mazzamaurielli scalzi Infami 1.0 stiamo arrivando ci vuole tempo e volontà, ma è questione di dignità atlantisti qua e là viva viva lu popolane ma ci stiamo pure noi, atei con le scarpe a punta Infami 1.0 ma cos'è sta dignità atlantisti a volontà, ma ci siamo pure noi  papalini coi rosari e coi figli non binari. Infami 1.0 è una questione di dignità e ci siamo pure noi pazzi stanchi, pacifisti, poeti oblunghi, scimmie unte di grasso e panettieri con la pancia vuota Arriviamo, arriviamo non mettetevi in pigiama
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Psicopatologia dell'infame involontario

"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati  senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte

La pace fu

 La pace fu La pace sarà, nel segno della sporca dozzina, nel vanto del disonore, nel soccorrere vedove e cani rognosi. La pace sarà, dei vili senza rancore, che amano la terra e i gesti sospinti da sentimenti sazi di germogli e occhiate risolute. La pace sarà mandare al diavolo i dannunziani spuri e infami e i politici senza dio con i loro falsi sorrisi empatici. La pace sarà scacciare memorie di scheletri che danzano nella cenere bluastra dell'Apocalisse e bandiere che sventolano sotto soli amaranto. La pace sarà umanità che giace sotto la polvere di cattedrali costruite da spiriti eletti. La pace fu

La saggezza di Bastian

Accetterò lezioni solo da chi ha fatto la guerra, quelli sporchi del sangue dei vinti, quelli  tristi e anche quelli convertiti al nichilismo divertito del reduce pagato con monete false. Eroi che amano musiche melodiche e parlano pacatamente con frasi scolpite nel legno di una quercia. Accetterò solo le loro conclusioni gelide il giorno della rivelazione, parole come lame di cristallo, addolcite da refoli di vento caldo, provenienti dai pub affollati delle vie di sotto. Non accetterò lezioni da piccolo-borghesi con maschere che nascondono vite ordinarie e nevrosi di colletti bianchi. Non accetterò benedizioni di eruditi gonfi di retorica e orgogliosi dei loro assiomi da codardi, gole ululanti della propaganda dei servi. Che si fottano quelli pieni di titoli di studio, che non hanno mai provato nemmeno una volta nella vita il brivido del malaffare e di vite sospese

Il tramonto di Bastian

Bisogna guarire dalla febbre dell'individuo solitario, sub specie eccetera... dio dei vicoli del malaffare e dei paramenti sacri della menzogna e dell'ignoranza. Bisgona guarire dai tremori malarici dell'intimità, dallo stridio delle catene che ti conduce su strade piene di ninnoli insanguinati. Occorre la cura dell'infinito, la pupilla dilatata del tossico che ha smesso mollemente di riflettere sul proprio destino; del guardare lo scorrere placido del fiume e ascoltare le sciocche cantilene del vento. Occorre immaginare una vecchiaia di saggi propositi, di elogio delle cantine e dei mandorli in fiore

Gaza

  Gaza Gaza è uno spiraglio di sangue Gaza è un fiume di sangue, Gaza è l'offesa alla ragione. Gaza è tutto quello che immaginavi non sarebbe successo, e che invece apre le porte a demoni assassini. Gaza è il volteggiare di veli neri macchiati di sangue, la morte di bambini ignari.  Dove sono i loro peluche? I bambini palestinesi non giocano coi peluche. Gaza è l'oltraggio dei morti, la lingua mesta dei mentitori e le kippah tirate in aria come in un saloon, con grida di giubilo. Sono stato a Gaza mille volte, sono stato in Galilea un milione di volte. Ho parlato con saggi ebrei, abbiamo discusso di pace, ho visto mostri con volti di ghiaccio che facevano selfie mentre uccidevano bambini. Ho ascoltato persone sincere giustificare la morte come giusta punizione per il nichilismo degli afflitti. Ho guardato negli occhi schiere di giovani convinti di essere vivi, che ridevano mentre strappavano il cuore di madri indifese. Gaza è la fine di ogni logica terrena e amore per il vero.

Alla Ricerca del Tempo Perduto, di Marcel Proust