Che volete da me?
Ho seppellito il rancore e le fosche simmetrie dell'ego con le ossa dei morti di Francia.
Che volete da me?
Ho sopportato le scorie di lavori malfatti,
per difendere l'onore e sopire il timore della giustizia.
Che volete da me?
Ho raccontato storie e raccolto memorie di passanti ingobbiti
e carichi di nostalgia per il mare e le cime ariose delle mie montagne.
Che volete da me?
Sono morto almeno un po' e non ho disdegnato l'ombra degli ulivi.
Ho indossato vestiti color ruggine e non ho provato niente.
Ho spinto la ragione nel baratro e mi sono beato dei suoi lamenti.
Che volete da me?
Ho rovistato nei rovi insanguinati per cercare un senso nelle cose
e ho schiumato sangue su materassi imbruniti e lerci.
Ho rincorso il clown intento a pulire il sangue su pavimenti di marmo.
Ho pregato il dio degli inganni e mi sono fatto beffe del suo fardello.
Ho ascoltato i canti della vittoria,
paziente come un mendicante sordo.
Ho abbandonato il mio ego nei vicoli dell'Urbe tossica.
Che volete da me?
Sto solo ammirando il riverbero pigro dei tramonti di Febbraio e l'armonia di un letto di rose
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