Inverno pandemico.
Affacciati alle finestre contiamo i passi plumbei e guardiamo,
spogli e unti di Natale,
gli aliti insofferenti trasformarsi in anelli di ghiaccio.
Non siamo né migliori né peggiori,
abbiamo solo il fiato corto
e scacciamo le ombre della paura dai nostri tetti assolati.
Pensiamo alla solidarietà spinti dai sensi di colpa,
ma subito dopo cerchiamo riparo nelle spire del serpente
e nei seni prorompenti di donne dagli sguardi avventati
e le bocche cucite.
Commenti
Posta un commento