Ho viaggiato.
Nei torrenti bui del maggio odoroso.
Ho sentito dolore e raccapriccio.
Mi sono voltato più volte perchè ti ho lasciato indietro,
ma ho pensato solo al mio ego balordo.
Ho giocato con il narcisimo lamentoso
seguendo tuoi passi affaticati
mentre mi schernivi chiamandomi
piccolo eroe immaginario senza palle.
Resta l'amicizia dei senzatetto,
ombre sfocate nelle periferie di Kabul.
Resta quella esilarante mediocrità,
che ti fa digerire vini inaciditi,
ammansiti dall'attesa di uno sguardo
e un cenno del capo
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