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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Urla dal futuro

Il futuro si prosciuga,  come una pozzanghera,  l'orlo risucchia anime spente dagli sguardi inebetiti.  Rimane un vuoto presente.  Un dilagare di intenti  e di urla strozzate,  come senzatetto dall'occhio umido  e un senso infallibile per la storia.  Rimane la velleità del vecchio intirizzito,  dai sogni sgominati dalle lancette del tempo.  L'eros dei tempi andati ha le sembianze  di donne avvolte nella nebbia,  sagome dai riflessi argentati e facce avvizzite.  Rimane l'attesa della notte  e la foschia che lenisce il ricordo di amplessi  e di sguardi colpevoli

Poesie del sottosuolo

I Oggi voglio provare la stretta soffocante della morte per ricordarmi degli umori di piscio di quei fantasmi che mi passavano accanto. Voglio morire almeno un po' per dimenticare la vanagloria di gesti e sapori dolciastri,  di odori che svaniscono nella puzza di fumo di un giorno di sabato. Voglio morire almeno un po' per perdere la faccia e lo sdegno dei malintesi II Lode a chi ha creduto nella ragione spinta nel baratro. A chi ha visto la passione invitata ai tavoli dei farisei con la lingua lunga e le palpebre appesantite per il dolce riverbero dei fumi di oppio. Lode a chi non ha ceduto al calcolo impietoso e graffiante.  Lode a chi ci ha aperto gli occhi sulla loro insipienza  III Scacciare l'indifferenza dell'ego di Marzo. Mi sono provato costumi meno rabbiosi e di color  ruggine. Niente. Ho teso le orecchie alle lodi da mercante e mi sono sentito debole. Niente.   IV Il senso delle cose è scritto nei rovi dimenticati e nei materassi imb...

Poesie di Carlo Vladich Junior

Passaggi notturni Insorgono con insospettato e compiaciuto pudore, evanescenti, rapidi, furtivi, cadono liberi pensieri in una notte fatta complice infrangendo l’ordinata esistenza. Sogno Nell’incanto trascurabile ed inatteso un nitido stupore sorprende il buio e in un primitivo e remissivo caos un sogno si libra leggero in attesa che passi un tiepido soffio di incantevole brezza Un oblio solidale avvolge con cautela la notte e rapidamente il silenzio occupa lo spazio Tempo Ricordo i giorni dissodati con lena paziente nella perenne attesa della inafferrabile trama Nell’inesplorato silenzio riflessi di luci spezzate, opachi bagliori, si intravvedono corpi vitali di abili danzatrici ombre, ombre inverse ed indecise che rilevano il buio Tra brandelli di ineluttabili pensieri e intermittenti visioni esploro l’inconsistente presenza sospeso nel comune ansimare dove il tempo avido e struggente abbandona la scena  Carlo Vladich Junior

Che sia rivoluzione

Ospito pensieri sdrucciolevoli e fluttuanti e nell’inconsapevole fatale infingimento chiudo gli occhi fragile pescatore di attimi di luce. Nella riluttante certezza delle mie colpe lascio che produttori di inganni, assassini senza colpe devastatori prezzolati e indomiti affamatori di genti senza colpe assolvano con serietà il loro compito. Si illumina la teatrale scena e un'infrangibile trascendente esistenza traspare disvelandosi dal nero sipario. Nessun posto rimane libero nel brulicante loggione Compagni Che sia Rivoluzione.      Carlo Vladich Junior

Faust, di Wofgang Goethe - Parte II -