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I Neocon Italiani e le bombe democratriche

Tanti che prima erano antimperialisti e consideravano l'america la madre dell'inganno e della sopraffazione, oltrechè tempio del capitalismo, si stanno spostando verso posizione assimilabili a quella dei neocon americani. Se gli USA massacrano interi paese le motivazioni non contano, conta il dato emergente dalle rovine fumanti delle città martoriate e dai cadaveri vittime delle bombe intelligenti, e cioè il potenziale germogliare della democrazia finalmente liberata dai vari satrapi, Saddam, Gheddfi e altri. Le bombe non seminano morte, seminano democrazia, perchè è innegabile che il governo che seguirà alle bombe sara migliore di quello di prima. Accade però che questi popoli bombardati siano intimamente corrotti nel loro DNA e il selvaggio che resiste al colonialismo riemerge dalle ceneri e dal sangue dei vinti, quindi invece di approfittare dell'occasione per diventare democratici, quegli stessi popoli si dividono in tribù e si fanno le guerre tribali fra loro. La colpa è del popolo, che non ama la democrazia mica di chi li bombarda. Come col fascismo, se non arrivavano gli americani a liberarci, "stavamo ancora in orbace". Lo stesso discorso non vale per l'Ucraina. Intendiamoci io non voglio giustificare l'invasione da parte dei russi, ma se a parti rovesciate i russi dicessero: beh abbiamo offerto all'Ucraina l'occasione di liberarsi di un regime corrotto, condizionato da nazisti spietati, gli ucraini ci dovrebbero ringraziare, eh no in quel caso non vale, le "rules" democratiche le decidiamo noi autoproaclamati democratici, decidiamo noi chi merita di essere bombardato e chi no. Volete frigoriferi e condizionatori? State dalla parte dei buoni allora, anche quando vi sembrano peggio dei cattivi

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La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV, surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Giano Bifronte

Giano bifronte, betulle di sangue e memorie dell'orbo di sotto. Guerra di orridi consigli e coscienze disperse nei vicoli di Leopoli. Donne del Donbass che fabbricavano bombe per il partito, vecchie, rancorose ormai, aspettare sull'uscio di casa la benevolenza di donne col saio e uomini accalorati. Giano bifronte, Gaza non vale una messa e nemmeno la pietà di infami belanti. Polvere di mattoni, rotte di fumo e sangue atteso. Pianure, pianure, detriti, memorie cancellate, volte di cannoni. Normalità cancellata la domenica della partita e delle risa di donne, freni stridenti del carretto dei bambini. Camici insanguinati dei tirocinanti dell'est, bravi medici, e padri e figli del rancore. Gaza, Ucraina, Ucraina, Gaza, la notte dei corvi viventi spazza via ogni ragione complice, prigionieri del vento oblungo. Giano bifronte, infami flagelli che non coprono le urla di madri, sedano con l'alcol e cattivi presagi la coscienza del secolo breve