Brucia la volta scura sopra le falene argentate e i germogli di pino,
sale il fumo all'orizzonte muto.
Gabbiani fuggono sollevando nuvole di tempesta,
Ricordi di fate e corse nella boscaglia.
Ignari poeti attraversano il fossato al lume di candela,
cantori al soldo del Dio del vuoto risalgono la china del monte,
senza riparo dall'odio.
Il bosco soccombe all'ennesima incuria dei luoghi dell'essere.
Corriamo ansimanti nell'anima di selva,
cercando di salvare il retaggio quieto
di antenati con le giacche logore.
Non cè più l'aria gelida che nasconde lo sciame di invasori notturni e
domani sentiremo per l'ultima volta l'odore di fieno tagliato e
ascolteremo i canti di nostalgia di donne,
accompagnati da lamenti ignari e sbuffi di incenso
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