Everyone must be recognised,
otherwise anguish and depression
will belong only to the underworld
and to the scourge of disenchantment.
The psyche is a car with only one passenger,
we are all schizophrenic,
when the little voice inside us
calls us back to the beauty of normality
it is then that we realise the futility of the lament
that cries out against dark omens
Everyone is the world,
everyone is his own world.
One must concede the stage
even to the last to pass,
defying the repulsion for the ordinary,
otherwise the next-door neighbour
becomes the shadow of your omnipotence as an asshole
or the papier-mâché bust
of heroes of a world you imagine alien to you
"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...
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