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Anime sorde

Due sono le anime feroci
che ribollono nel dannato brulicare nell'inconscio
torrido e infame del popolo
e che servono i politici astuti.
La prima è quella che si nutre
dell'immagine diafana,
come in un quadro con una cornice
di ciottoli colorati,
del giardino o dell'isola felice.
Se mi parli di giardino o di isola
i volti scuri che chiedono asilo
e vendetta per i torti subiti
non possono che apparire rovi spinosi
molesti che divorano il prato
come un morbo incattivito o un brulichio di vermi.
Calpestano le calle
e pasteggiano fra le aiuole i maledetti.
L'isola felice è poi quel tratto di anima,
di dolci carezze, di sole
che porta promesse di immortalità
e dei riflessi blu della tua donna,
che è solo tuo e di nessun altro.
Capite che appellarsi alla bontà non serve a nulla.
In tutto questo c'è tanto della polvere cupa dell'Übermensch
e di un malinteso riflesso di difesa.
La seconda anima, la discordia perenne
è simile alla prima, ma vive nel terrore di donne velate
e di spasmodici effluvi di cumino
e pretende sicurezza a tutti i costi.  
Qui gli zingari felici sono nemici,
i falsi assistenti sociali
che ingannano gli anziani per derubarli,
e i ladri di memorie
nelle case dei poveri,
chiamano vendetta.
Qui si misura un io stanco, afflitto da nevrosi
stupefatte, che cerca il riscatto
per i propri impulsi inconfessabili
con fantasie di pogrom contro gli straccioni.
Questa è l'eterna linfa della destra di fuori
e di quella interiore

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Giano bifronte, betulle di sangue e memorie dell'orbo di sotto. Guerra di orridi consigli e coscienze disperse nei vicoli di Leopoli. Donne del Donbass che fabbricavano bombe per il partito, vecchie, rancorose ormai, aspettare sull'uscio di casa la benevolenza di donne col saio e uomini accalorati. Giano bifronte, Gaza non vale una messa e nemmeno la pietà di infami belanti. Polvere di mattoni, rotte di fumo e sangue atteso. Pianure, pianure, detriti, memorie cancellate, volte di cannoni. Normalità cancellata la domenica della partita e delle risa di donne, freni stridenti del carretto dei bambini. Camici insanguinati dei tirocinanti dell'est, bravi medici, e padri e figli del rancore. Gaza, Ucraina, Ucraina, Gaza, la notte dei corvi viventi spazza via ogni ragione complice, prigionieri del vento oblungo. Giano bifronte, infami flagelli che non coprono le urla di madri, sedano con l'alcol e cattivi presagi la coscienza del secolo breve