Quando sei giovane,
divorato dal fuoco dell'impotenza
e dal bisogno di stravolgere un presente
saturo di pulsioni addomesticate,
ti prende forte l'invidia per la fermezza
e la forza delle canaglie.
Vorresti il brivido infernale della violenza,
lo sguardo infuocato dell'eretico
e la pace del giustiziere
e del ladro.
Perché sei debole.
Solo un debole invidia la canaglia.
La canaglia non ha motivo di invidiare quelli come lui,
è quello che è
e non si chiede perché,
né desidera altro se non quello
che l'istinto canaglia
e la sua perizia gli concede.
Quando sei vecchio
smetti di invidiare la canaglia
e ti chiedi solo come passare il tempo
che ti rimane.
Se sollecitando la mente
con piaceri fatti di immagini tremolanti,
di nostalgie della donna guerriera
e di desideri di vendetta,
o rivolgendoti agli affetti
e vivere per essi,
ignorando la perfidia del tempo.
Oppure ti chiedi
se non è il caso di fare qualcosa di buono
per chi affolla le nebbie sconsolate del mondo
e i deserti brulicanti di peluche riarsi dal sole
Ikigai Sotto il fusto dell'olmo , carezzati da brezze unte di resti avari e odori della periferia. Il senso di che. Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra, di eroismo e di sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago . Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo, le corse vertiginose e le notti passate a bere e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto, raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo, le angoscie scivolano nell'ombra di suono, il solito locale, infestato di sguardi untuosi e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa, ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna e il viaggio di Agosto verso la Catalogna . Ci rivedremo a contare gli anni che mancano ...
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