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Il coraggio di Bastian

Il coraggio delle proprie convinzioni.
Non basta.
Il coraggio,  se non è accompagnato dall'amore
e dalla pietà
rischia di essere il brusio fastidioso
di un cieco mosso dalle ombre.
Ce ne vogliono di film coreani, quelli violenti
per stordire le memorie e le vergogne
di un passato di pruderie antiche,
che riemergono dall'orrore del teatro dei burattini,
e di vigliaccheria di deboli viandanti
contro le prepotenze dell'individuo alfa.
Ricordi la ragazza del primo banco?
I tuoi sguardi non corrisposti
e i tuoi occhi da marmotta
illuminati da grosse lenti?
Le stesse che portavi quando ansimavi
dietro un pallone colpito senza un minimo di grazia
dalle tue forme pingui e sgraziate?
Quello è l'archetipo che ti rimorde ogni volta
che fingi coraggio e ti imbottisci di carboidrati.
Coraggio per andare in guerra ci vorrebbe
e per benedire le proprie ferite,
ma non prendiamoci in giro,
è un coraggio fasullo,
immemore delle lezioni di Woody Allen.
Il vero coraggio, chi lo sa cosa è realmente,
forse la coscienza della propria forza
o forse il fare ciò che va fatto
pur sapendo che ti farà soffrire.
Lo chiederemo a Sylvester Stallone.
Intanto continuiamo a chiederci
dove trovarlo il coraggio,
ma soprattutto cosa farci


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