Non trovo la dimensione dell'attesa,
quella noia operosa
che accompagna gli schiocchi delle dita
e la schiena arcuata
protesa agli odori di strada
e al volo molesto del moscone.
Vorrei cogliere l'infinito nelle nubi scontrose
e il loro vorticare gli orti.
Forse presterò orecchio ai rumori di passi
di salesiani scalzi,
che reclamano attenzione
per le spoglie mortali di migranti
e assassini di corta memoria.
Forse danzerò nelle osterie
untuose e piene di calcinacci sbriciolati
dall'incuria verbosa di vecchi ricurvi.
Forse aprirò dibattiti
sul nuovo cinema dell'amico ritrovato,
racconti sulla tirannia del tempo
e sul profumo di vagine
ben disposte agli sguardi tamarri.
Magari ordinerò una pizza.
Non sono mai stato a Gaza ma ho visto la mia immagine riflessa sui palazzi bruciati e sulle facce segnate da tatuaggi di guerra di adolescenti Si fanno selfie fra le macerie dedicandoli al cuore avvizzito di dame protese a cercare l'inferno. Non ho mai combattuto seriamente e non ho mai visto il sangue scorrere da ferite mortali in un campo di battaglia, ma ho visto la mia immagine riflessa sulle baionette intinte di veleno. Oggi pensavo che vigliacco sono a non desiderare una morte eroica in battaglia e preferire ricordi spenti nell'alcol e la pace dei sommi sacerdoti del nulla alle sagge parole degli infami col martello di Thor. Non sono mai stato da nessuna parte, nei vicoli ruvidi che risuonano delle grida di ladri e prostitute, nei bassifondi popolati da larve umane con le facce scavate e i denti marci, che cercano rifugio dalla propria coscienza fra le braccia del fentanyl. Nei centri di salute mentale con le navi dei fo...
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