Vorrei scrivere e poetare
come Ungaretti e Montale,
fratelli di eterno.
Vorrei scrivere anticaglie
e follie rapite dal gelo
e dalla supponenza,
come Sbarbaro
e Dino Campana.
Ancora di più
vorrei somigliare a Dante
e Petrarca, tecnici del suono sublime.
Vorrei maneggiare piedi, endecasillabi,
settenari
anafore,palisindeti, enjambement
metriche sublimi, cariche di echi profondi.
Mi accontento di rudimentali esangui
materie del vissuto barbaro e meschino
e di un cuore di fibre sconnesse
Ikigai Sotto il fusto dell'olmo , carezzati da brezze unte di resti avari e odori della periferia. Il senso di che. Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra, di eroismo e di sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago . Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo, le corse vertiginose e le notti passate a bere e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto, raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo, le angoscie scivolano nell'ombra di suono, il solito locale, infestato di sguardi untuosi e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa, ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna e il viaggio di Agosto verso la Catalogna . Ci rivedremo a contare gli anni che mancano ...
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