Vorrei scrivere e poetare
come Ungaretti e Montale,
fratelli di eterno.
Vorrei scrivere anticaglie
e follie rapite dal gelo
e dalla supponenza,
come Sbarbaro
e Dino Campana.
Ancora di più
vorrei somigliare a Dante
e Petrarca, tecnici del suono sublime.
Vorrei maneggiare piedi, endecasillabi,
settenari
anafore,palisindeti, enjambement
metriche sublimi, cariche di echi profondi.
Mi accontento di rudimentali esangui
materie del vissuto barbaro e meschino
e di un cuore di fibre sconnesse
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
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