Passa ai contenuti principali

Non per noi

Bisogna parlare ancora della guerra
del soffio gelido che sussurra all'orecchio
l'attimo della sofferenza cercata,
mentre le immagini del sangue
formano un alone scuro
sui nostri corpi pietrificati.
Questa guerra, quelle guerre
come direbbe Braudillard non esistono,
sono simulacri che raffigurano il sangue.
Lo stridio di una sofferenza inaudita,
le smorfie di dolore, le sagome dei soldati compresse
dentro tenute da combattimento da dove pendomo armi e simboli
della ferocia, che scacciano la follia
e infondono lo spirito a un corpo malato,
non esistono. Non per noi che non siamo sul campo di battaglia.
Ci sforziamo ogni giorno di alimentare il fuoco della nostra umanità
e rendere reali quelle immagini.
Non è possibile, se lo fosse
assorbiremmo tutta la follia della guerra nei nostri corpi
Non per noi che continuiamo la nostra vita
per preservare un'apparenza di normalità
il giorno in cui i soldati torneranno a casa
e i civili saneranno le loro ferite,
aggrappandosi al mondo virtuale che hanno smarrito.
Non per noi, che godiamo ancora di attimi fatali
e dei piccoli soprusi di una routine malata.
Vorremmo estrarre la conoscenza dal dolore
e il dolore dalla conoscenza,
ma siamo sopraffatti dalla falsa
immagine del reale, che diventa um vuoto latrare di commentatori
senza anima e col ghigno improvvisato
di chi annuncia la tragedia durante un pranzo in famiglia.
Non per noi è vivere per la morte e per gli schizzi di sangue,
fino a quando non perderemo tutto
e indosseremo la maschera del condannato a morte

Commenti

Post popolari in questo blog

Psicopatologia dell'infame involontario

"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati  senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...

Infami guerrafondai

  Non sono mai stato a Gaza ma ho visto la mia immagine riflessa      sui palazzi bruciati e sulle facce segnate da tatuaggi di guerra di adolescenti  Si fanno selfie fra le macerie dedicandoli al cuore avvizzito di dame protese a cercare l'inferno.   Non ho mai combattuto seriamente e non ho mai visto il sangue scorrere da ferite mortali in un campo di battaglia, ma ho visto la mia immagine riflessa sulle baionette intinte di veleno.   Oggi pensavo che vigliacco sono a non desiderare una morte eroica in battaglia e preferire ricordi spenti nell'alcol e la pace dei sommi sacerdoti del nulla alle sagge parole degli infami col martello di Thor.   Non sono mai stato da nessuna parte, nei vicoli ruvidi che risuonano delle grida di ladri e prostitute, nei bassifondi popolati da larve umane con le facce scavate e i denti marci, che cercano rifugio dalla propria coscienza fra le braccia del fentanyl.   Nei centri di salute mentale con le navi dei fo...

La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore