Sto sulle orme dell'assassino,
un alito di vento riconcorre passioni spiritate
e albe irrorate dall'odore del cumino.
Grazie alla civiltà di deboli rancori e serate pavide davanti al focolare
l'assassino prende la forma di un fantasma che rincorre la letizia
e rimprovera le giovani donne per le loro risa amare.
Donne che nascondono tenere chiome e rimproveri di civiltà aliene
sicure che la dolcezza e la remissività sia il riscatto da pagare per i propri figli.
Scendono mute, accaldate e stanche, cariche di monili e orme innocenti di cui le città di Dio sono piene
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
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