A centre, in the grey void of thought,
that something you call ego.
That invents joy and love and is prey to unholy pacts,
a cry of pain from guilt.
The Ego of the story and of the petit-bourgeois protagonists,
hypocrites anxious to show smiling faces, pride, desperation and uniqueness,
hiding their attraction to the slums of a clumsy libido.
We are someone or something when we talk to ourselves
and have claims to love,
we are beings visible only to disgust and annoyance,
when an alien ego looks at us
"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...
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