Rifugge ogni ismo,
ma benedice le ossa iridescenti al fosforo bianco,
quello che sputa sull'onore di Voltaire.
Saluta con sguardo greve
e occhi illanguiditi il palestinese,
inumano senza tempo, nè voglia di crescere umano.
Sorride beffardo e punta il dito su di te
che non vuoi l'Europa forte e preferisci una pace debole per deboli,
maledetto cacasenno. Infami pacifisti, punta il dito il maestro degli inganni, non cercate nè gloria, nè giustizia,
ma interstizi malevoli per crogiolarvi con il vostro saio di francescani con l'iphone.
Mentitori ubriaconi, volete essere "isti" qualcosa
per nascondere vigliaccheria e pruderie giovaniliste.
Poveri ossuti incurvati da tomi mai letti,
ellittici confusionari che balbettano controsensi. Ipocriti.
Sangue di giuda, come si fa a preferire molli propositi
alla durezza del vivere, al sangue, all'ordalia dei giusti?
Distinguere il bene dal male conta, non il risparmiare sangue innocente,
è una questione di principio,
gli ucraini non possono combattere i draghi dell'orco a petto,
vogliono armi, sacrifici umani e futuro incerto,
anzi no certo, certo di detriti urbani e furti di bestiame.
L'alba dei giusti rischiara pure gli infami pacifisti purtroppo, dice il maestro
"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...
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