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Gaza

 

Gaza
Gaza è uno spiraglio di sangue
Gaza è un fiume di sangue,
Gaza è l'offesa alla ragione.
Gaza è tutto quello che immaginavi non sarebbe successo,
e che invece apre le porte a demoni assassini.
Gaza è il volteggiare di veli neri macchiati di sangue, la morte di bambini ignari. 
Dove sono i loro peluche? I bambini palestinesi non giocano coi peluche.
Gaza è l'oltraggio dei morti, la lingua mesta dei mentitori
e le kippah tirate in aria come in un saloon, con grida di giubilo.
Sono stato a Gaza mille volte,
sono stato in Galilea un milione di volte.
Ho parlato con saggi ebrei,
abbiamo discusso di pace.
Ho rincorso mostri con barbe posticce  che facevano selfie mentre uccidevano bambini.
Ho ascoltato persone sincere
giustificare la morte come giusta punizione per il nichilismo degli afflitti.
Ho guardato negli occhi schiere di giovani,
convinti che i grumi della polvere grigia dessero vita alla loro sagome, 
 mentre strappavano il cuore di madri indifese, con il sorriso del ladro di anime.
Gaza è la fine di ogni logica terrena e amore per il vero.
Io ti vedo e tu mi vedi, ma posso uccidere impunemente,
nessuno me lo impedirà,
o posso accecarti e poi dirti che va tutto bene,
e il sangue lava ogni cosa

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È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV, surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Giano Bifronte

Giano bifronte, betulle di sangue e memorie dell'orbo di sotto. Guerra di orridi consigli e coscienze disperse nei vicoli di Leopoli. Donne del Donbass che fabbricavano bombe per il partito, vecchie, rancorose ormai, aspettare sull'uscio di casa la benevolenza di donne col saio e uomini accalorati. Giano bifronte, Gaza non vale una messa e nemmeno la pietà di infami belanti. Polvere di mattoni, rotte di fumo e sangue atteso. Pianure, pianure, detriti, memorie cancellate, volte di cannoni. Normalità cancellata la domenica della partita e delle risa di donne, freni stridenti del carretto dei bambini. Camici insanguinati dei tirocinanti dell'est, bravi medici, e padri e figli del rancore. Gaza, Ucraina, Ucraina, Gaza, la notte dei corvi viventi spazza via ogni ragione complice, prigionieri del vento oblungo. Giano bifronte, infami flagelli che non coprono le urla di madri, sedano con l'alcol e cattivi presagi la coscienza del secolo breve