Bisogna guarire dalla febbre dell'individuo solitario,
sub specie eccetera...
dio dei vicoli del malaffare e dei paramenti sacri della menzogna e dell'ignoranza.
Bisgona guarire dai tremori malarici dell'intimità,
dallo stridio delle catene che ti conduce su strade piene di ninnoli insanguinati.
Occorre la cura dell'infinito,
la pupilla dilatata del tossico
che ha smesso mollemente di riflettere sul proprio destino;
del guardare lo scorrere placido del fiume
e ascoltare le sciocche cantilene del vento.
Occorre immaginare una vecchiaia di saggi propositi,
di elogio delle cantine e dei mandorli in fiore
Giorno di regalìe del resto vacuo e smisurato di ciò che resta di noi. Simulacri vestiti a festa corrono frenetici , mangiando dolciumi in onore del Dio che nasce, mentre arraffano cimeli dell'apocalisse. Mi ritrovo immerso nel muschio selvaggio e nei religiosi silenzi, salmodiando il senso della vita con carovane di penitenti. Tutte le ferite tacciono, tutti i gemiti si trasformano in sinfonie di cuori senza più nemmeno l'ombra della tragedia . È Natale, il giorno della vittoria sui morti viventi
Commenti
Posta un commento