Bisogna guarire dalla febbre dell'individuo solitario,
sub specie eccetera...
dio dei vicoli del malaffare e dei paramenti sacri della menzogna e dell'ignoranza.
Bisgona guarire dai tremori malarici dell'intimità,
dallo stridio delle catene che ti conduce su strade piene di ninnoli insanguinati.
Occorre la cura dell'infinito,
la pupilla dilatata del tossico
che ha smesso mollemente di riflettere sul proprio destino;
del guardare lo scorrere placido del fiume
e ascoltare le sciocche cantilene del vento.
Occorre immaginare una vecchiaia di saggi propositi,
di elogio delle cantine e dei mandorli in fiore
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
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