Non è tanto l'idea della morte in sè
che dopo lunga decantazione diventa sopportabile.
Nemmeno l'idea della sofferenza
che ci si immagina come una nuvola nera
che presto esplode le sue gocce imbrunite
e lascia spazio ad albe allucinate.
E' piuttosto il fastidio dell'attimo
che fugge senza lasciare ombre di infinito
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
Commenti
Posta un commento