Non è tanto l'idea della morte in sè
che dopo lunga decantazione diventa sopportabile.
Nemmeno l'idea della sofferenza
che ci si immagina come una nuvola nera
che presto esplode le sue gocce imbrunite
e lascia spazio ad albe allucinate.
E' piuttosto il fastidio dell'attimo
che fugge senza lasciare ombre di infinito
Ikigai Sotto il fusto dell'olmo , carezzati da brezze unte di resti avari e odori della periferia. Il senso di che. Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra, di eroismo e di sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago . Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo, le corse vertiginose e le notti passate a bere e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto, raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo, le angoscie scivolano nell'ombra di suono, il solito locale, infestato di sguardi untuosi e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa, ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna e il viaggio di Agosto verso la Catalogna . Ci rivedremo a contare gli anni che mancano ...
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