È tempo ormai che ho smesso di menare le mani,
ma posso sempre ricominciare,
in fondo diceva l'amico dei bassifondi
è come andare in bicicletta.
Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto
e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di
maldestri abboccamenti di femmine col cuore in affanno.
Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo
e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro
o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV,
surrogati della forza interiore dell'Übermensch.
Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti
e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
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