Se dovessi parlare senza filtri, direi che la realtà spogliata di qualsiasi rappresentazione mentale sarebbe forse più corrispondente a una visione laica e disincantata dell'essere. Zero psicologismo e massima "oggettività". Però che palle. Le rappresentazioni generano emozioni e le emozioni contribuiscono al senso e all'orientamento dell'azione. Il sale della vita. Arriva il momento però in cui occorre guardare in faccia alla realtà nuda e cruda. La sinistra in fatto di rappresentazioni è un albero spelacchiato e secco da morire. Una prateria un tempo fertile e ora arida come se ci avessero buttato il sale sopra e se l'avessero percorsa mandrie di buoi. Insomma ci si dovrebbe domandare, se si vuole ancora credere nella missione del cambiamento, cosa può smuovere gli animi della persone e indurle a desiderare quel cambiamento. Basterebbe forse un'ideale trascendente e il calore di una comunità. Potrebbe ancora funzionare
Giorno di regalìe del resto vacuo e smisurato di ciò che resta di noi. Simulacri vestiti a festa corrono frenetici , mangiando dolciumi in onore del Dio che nasce, mentre arraffano cimeli dell'apocalisse. Mi ritrovo immerso nel muschio selvaggio e nei religiosi silenzi, salmodiando il senso della vita con carovane di penitenti. Tutte le ferite tacciono, tutti i gemiti si trasformano in sinfonie di cuori senza più nemmeno l'ombra della tragedia . È Natale, il giorno della vittoria sui morti viventi
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