1)Va tutto ricondotto alla specificità italiana ( che significa esattamente non lo so)
2) Cambiamenti epocali dovuti al prevalere di modelli culturali espressione del capitalismo a impronta liberista, hanno determinato la frammentazione sociale, la fine dei partiti e delle associazioni "pedagogiche" che hanno formato identità e coscienze;
3) Gli stessi mutamenti del modello di sviluppo della società hanno modificato l'assetto cognitivo delle persone, in specie dei più giovani, portando all'affermarsi di pensiero superficiale, astorico, dicotmico e digitale, considerato metadiscorsivamente simbolo di concretezza ed efficacia, contrariamente agli attorcigliamenti e alle barbosità della cultura classica. La profondità si perde, si guadagna, ma poco, in termini efficacia, se non altro perchè si risparmia tempo;
4) Il passaggio di fase. Siamo passati da una fase "teologica" dove miti ed epopee storiche imponevano l'adesione a modelli teleologici e dove l'identità era il portato dell'appartenenza a un credo e a una chiesa, a un'era di declino dove invece prevale l'individualismo mescolato a un pragmatismo spicciolo e alla filosofia dell'hic et nunc. Gli intellettuali "tradizionali" sono lacerati dalla tensione esercitata dalla necessità di rimanere ancorati al vecchio ruolo storico e l'incombere del nichilismo e del disincanto. Per molti la soluzione è servire il padrone come samurai bolsi;
5) Come sappiamo da tempo si è perso il nesso fra l'appartenenza di classe e l'espressione di un consenso politico, ma tutto questo è anche in parte dovuto a quanto già detto;
6) Neanche a dirlo, si potevano recuperare voti di opinione in particolare fra i giovani e fra i ceti popolari, se si fosse agito con maggiore efficacia e si si fossero abbandonate pose e rituali ormai logori e capaci solo di compattare chi è già compatto e si ripara dietro le ideologie.
Tutto questo cosa c'entra col voto delle ultima elezioni? Tutto o niente, a seconda delle prospettive, ma questa è la realtà che si presenta ai nostri occhi e forse i nostri strumeni erano inadeguati ad attrarre consenso. Potevamo essere meno polemici e darci un po' più da fare con la propaganda? Certo. Potevamo iniziare molto prima un processo unitario e magari di rinnovamento invece di aspettare l'ultimo momento? Sicuramente. Sperare in un personaggio come De Magistris per avere visibilità, è stata una mossa azzeccata? Chi lo sa, ma forse a questo punto conta relativamente.
Ricreare una comunità di uomini e donne, che senza rinnegare il passato, abbandoni le vecchie iconografie e i vecchi riferimenti culturali e si ponga in maniera intelligente e inclusiva il problema del superamento del capitalismo, attirando chi ancora ha bisogno di senso della realtà e appartenenza identitaria, potrebbe essere una via da percorrere. Ci vogliono risorse, entusiasmo, capacità produttive, capacità di permeare le istituzioni, capacità innovative, e anche un bel po' di sana cattiveria.
Lo devo dire, non scrivo ciò per presunzione, ma perchè è il mio blog e ci scrivo quello che mi pare
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