Solo nella nebbia
Capita a volte di avanzare lento
e privo del sollievo della memoria
in un alveare di nebbia su pianure melmose,
accompagnando l'ondeggiare ordinato del figlio della palude.
Assorto su volti di giovani anonimi,
seguo le scie del mondo nuovo.
Devo nascondere le rughe di un volto consumato dal sale
e dalle pieghe di una curiosità contorta,
per evitare l'imbarazzo di un sospiro rancoroso
e colmo di rimpianti.
Attraverso il lago di brina e di fili setosi,
fino alla banche dell'Adige,
non vedo fuochi né luccichii di speranza,
ma solo la storia che si ripete all'infinito,
con le ingiustizie dei primordi
che attendono il grande avvento di fine stagione.
Siamo al riparo dalla nostalgia dell'infinito,
ma invidiamo la placida immortalità dell'olmo
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