Si può ascoltare in silenzio
solo il giudizio di chi ha fatto la guerra,
osservato l'orrore dentro di sé e condiviso la paura,
di proiettili e di trappole di morte,
di solitudine e potere del tuono.
Si può ammirare la saggezza del reduce
e scrutare il bagliore dei suoi occhi,
quando tradisce la verità mentre dice grandi verità.
Si può dimenticare la leggerezza
dei sorrisi fuori luogo e la retorica dei tempi andati
se ascolti il combattente e osservi la sue cicatrici.
Difficile capire il senso delle cose
se non abbracci il nonsenso del guerriero,
spinto dall'etica e da demoni alati.
Camminiamo nell'indifferenza del fiume
e dell'accortezza delle albe,
senza curarci dei rimproveri e
finalmente scorgiamo la vita
nell'imminenza della morte
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