Passa ai contenuti principali

Criticism of Gotham program





Silent rain

grim city of initiates hunchbacks

Where did we end up?

In the hell of gothic cusps watched over by billionaires with wounded souls,

gasps of vengeance, eyes everywhere;

proclamations of days ever the same and flashes of lightning

that do not cleave the fog populated with scraps of humanity,

pornographies silent and denied to the point of exhaustion,

puritans dressed as bats.

Is this the law of Gotham?

Alienating alleys, silhouettes of semi-humans hunched over mist

warmed by a black sea.

Where is everyone?

Where are they working?

A world without class conflict,

governed by the neuroses of those who aspire to madness,

fluttering over the gloomy roofs of the immortal scourge.

butler's humanity does not redeem Joker's laughter,

savage anomaly,

plot that eludes the motionless mask of the billionaire

who has dyed dark sepia

the colorful pew

and suppressed the dream of the multitudes







Commenti

Post popolari in questo blog

Psicopatologia dell'infame involontario

"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati  senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...

Infami guerrafondai

  Non sono mai stato a Gaza ma ho visto la mia immagine riflessa      sui palazzi bruciati e sulle facce segnate da tatuaggi di guerra di adolescenti  Si fanno selfie fra le macerie dedicandoli al cuore avvizzito di dame protese a cercare l'inferno.   Non ho mai combattuto seriamente e non ho mai visto il sangue scorrere da ferite mortali in un campo di battaglia, ma ho visto la mia immagine riflessa sulle baionette intinte di veleno.   Oggi pensavo che vigliacco sono a non desiderare una morte eroica in battaglia e preferire ricordi spenti nell'alcol e la pace dei sommi sacerdoti del nulla alle sagge parole degli infami col martello di Thor.   Non sono mai stato da nessuna parte, nei vicoli ruvidi che risuonano delle grida di ladri e prostitute, nei bassifondi popolati da larve umane con le facce scavate e i denti marci, che cercano rifugio dalla propria coscienza fra le braccia del fentanyl.   Nei centri di salute mentale con le navi dei fo...

La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore