Passa ai contenuti principali

Il Dio del peccato

Siamo tutti degni di perdono, 

noi che guardiamo crescere le felci irrorate dal pianto

e aspettiamo la fine del dolore 

che accompagna il suono delle foglie autunnali che cadono,

e nemmeno ci consolano più.

Siamo tutti degni di perdono noi che nasciamo

viviamo e moriamo

e ci annunciamo con squilli di tromba 

anche quando la folla riunita applaude l'ultimo dei cretini.

Siamo tutti degni di perdono quando annunciamo la morte di Dio,

e ci affidiamo al giudizio di eunuchi indaffarati.

Siamo tutti degni di perdono anche quando togliamo vite 

per  il cuore grande e per il furore dei cieli inondati di sangue.

D'accordo, il perdono è nostro, adesso possiamo peccare.

Vorrei dire però che il perdono mi consola per gli altri

ma non per me stesso, 

perchè io sono l'unico giudice dei miei peccati 

e non mi do appello.

Nell'ultima fase del morbo profano del tempo

vorrei  tornare all'epoca dei cavalieri dal cuore impavido 

e della pietà che sprona il cavallo per salvare l'ultimo dei derelitti. 

Vorrei essere servo della tradizione dell'onore 

e guardare negli occhi, fiero e senza dubbi

il servo fuggito dalle galere del mare

inseguendo lo sguardo tiranno dell'amore della propria donna.

Vorrei fare come se Dio esistesse 

e mi comandasse di peccare per

ingannare il peccato



Commenti

Post popolari in questo blog

Vergogna

  Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi   Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo   e nella gaiezza dei conventi , voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.

La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno . Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV, surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Anime sorde

Due sono le anime feroci che ribollono nel dannato brulicare nell'inconscio torrido e infame del popolo e che servono i politici astuti. La prima è quella che si nutre dell'immagine diafana, come in un quadro con una cornice di ciottoli colorati, del giardino o dell' isola felice . Se mi parli di giardino o di isola i volti scuri che chiedono asilo e vendetta per i torti subiti non possono che apparire rovi spinosi molesti che divorano il prato come un morbo incattivito o un brulichio di vermi. Calpestano le calle e pasteggiano fra le aiuole i maledetti. L'isola felice è poi quel tratto di anima, di dolci carezze, di sole che porta promesse di immortalità e dei riflessi blu della tua donna, che è solo tuo e di nessun altro. Capite che appellarsi alla bontà non serve a nulla. In tutto questo c'è tanto della polvere cupa dell'Übermensch e di un malinteso riflesso di difesa. La seconda anima, la discordia perenne è simile alla prima, ma vive nel terrore di donne v...