Si può discutere della guerra?
Sì, risponde la vecchia talpa che scava millantato credito.
La guerra te la racconto, è fatta da portatori d'acqua
ossuti e intriganti.
Vogliono raschiare il fondo di ogni senso vero
e sostituirlo con le ferite scoperte, il sangue,
l'esaltazione del patriottismo,
per nascondere ogni vena genuina
e gli sguardi che incrociano le facce assetate di giustizia
e di sorrisi ubriachi.
E' la volta del disonore
oppure no,
è la volta delle verità asciutta,
del divenire sordo mentre fuori impazzano
massoni e corrotti.
Eppure la guerra non purifica,
non santifica l'odiosa durezza del vivere
e non consola le vedove.
Aspetta aspetta, che arrivi
il vento che soffia forte sulle trecce
di canapa languida
e il sole bianco dell'avvenire.
Aspetta aspetta,
che i gabbiani fiutino l'aria
e i corvi svolazzino in nuvole di cenere.
Siamo pronti all'addio,
ma voi state attenti a ciò che fate
Ikigai Sotto il fusto dell'olmo , carezzati da brezze unte di resti avari e odori della periferia. Il senso di che. Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra, di eroismo e di sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago . Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo, le corse vertiginose e le notti passate a bere e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto, raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo, le angoscie scivolano nell'ombra di suono, il solito locale, infestato di sguardi untuosi e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa, ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna e il viaggio di Agosto verso la Catalogna . Ci rivedremo a contare gli anni che mancano ...
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