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The Janus in front

Everyone is torn by will
and by duty,
apart from the soulless,
who rummage in the dark graves
of the tremors of fear.
We would like to be the example
and lead our own towards the shining
victories of the sense of history
and joyful dances, all high
and eager bodies.
We should, however, be better,
look into the abyss,
gather the grief of widows
and kick cartomancers
and servants of power.

Today is the Saturday of the savage,
we would like to set out with a horde of possessed people
and put the city to the sword
branding with bloody feathers
the twisted alleys of the party drag.
We should, however, ignore the pain,
the cowering sense and memories of the elderly,
violated by the barbarity
of those who disregard caresses
and listens only to rage.

We should finally ignore the faults
and turn them into ordinary legacies
of times of fire
and scents of lavender.
We would like to bury ethical dilemmas
and place a cross upon them,
to show the wayfarers
the path to peaceful perdition.
We should, however, let go of the lamentations,
the inner conflicts,
conformist copies of a corrupt society
into dusters of truth.

It can be done if only you leave us
our icons, severe images
of a tradition of insane pyromaniacs
and outrageous gamblers,
in a comfortable mountain chalet,
smoking a good cigar
and sipping a good brandy
in front of the fireplace


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Vergogna

  Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi   Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo  e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.

La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno. Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV, surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Giano Bifronte

Giano bifronte, betulle di sangue e memorie dell'orbo di sotto. Guerra di orridi consigli e coscienze disperse nei vicoli di Leopoli. Donne del Donbass che fabbricavano bombe per il partito, vecchie, rancorose ormai, aspettare sull'uscio di casa la benevolenza di donne col saio e uomini accalorati. Giano bifronte, Gaza non vale una messa e nemmeno la pietà di infami belanti. Polvere di mattoni, rotte di fumo e sangue atteso. Pianure, pianure, detriti, memorie cancellate, volte di cannoni. Normalità cancellata la domenica della partita e delle risa di donne, freni stridenti del carretto dei bambini. Camici insanguinati dei tirocinanti dell'est, bravi medici, e padri e figli del rancore. Gaza, Ucraina, Ucraina, Gaza, la notte dei corvi viventi spazza via ogni ragione complice, prigionieri del vento oblungo. Giano bifronte, infami flagelli che non coprono le urla di madri, sedano con l'alcol e cattivi presagi la coscienza del secolo breve