L'eroismo non è materia oscura
nel ventre molle dell'ES borghese
falsamente trasgressivo.
Giace negli antri di botteghe
artigiane in rovina e cerca la rissa.
Divora cervelli in attesa
e rompe l'incanto della tradizione.
Respinge la gloria della spada
e preferisce gli aliti corrosivi
e la sicumera oltraggiosa
dei talk show.
Le moltitudini anelano l'infinito spinoziano
e le notti danzanti di criminali smorti
divenuti eroi.
Occorre forse tornare a indossare abiti
levigati dall'incuria
e recitare strane litanie sui tetti assolati?
Come sbarazzarsi della dittatura della parola?
Chi può saperlo se non la donna
che mostra i suoi seni
e scuote le fantasie malate degli illetterati
Ikigai Sotto il fusto dell'olmo , carezzati da brezze unte di resti avari e odori della periferia. Il senso di che. Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra, di eroismo e di sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago . Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo, le corse vertiginose e le notti passate a bere e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto, raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo, le angoscie scivolano nell'ombra di suono, il solito locale, infestato di sguardi untuosi e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa, ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna e il viaggio di Agosto verso la Catalogna . Ci rivedremo a contare gli anni che mancano ...
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