L'eroismo non è materia oscura
nel ventre molle dell'ES borghese
falsamente trasgressivo.
Giace negli antri di botteghe
artigiane in rovina e cerca la rissa.
Divora cervelli in attesa
e rompe l'incanto della tradizione.
Respinge la gloria della spada
e preferisce gli aliti corrosivi
e la sicumera oltraggiosa
dei talk show.
Le moltitudini anelano l'infinito spinoziano
e le notti danzanti di criminali smorti
divenuti eroi.
Occorre forse tornare a indossare abiti
levigati dall'incuria
e recitare strane litanie sui tetti assolati?
Come sbarazzarsi della dittatura della parola?
Chi può saperlo se non la donna
che mostra i suoi seni
e scuote le fantasie malate degli illetterati
Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo e nella gaiezza dei conventi, voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.
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