Passare dal secolo breve al secolo morto,
morto di passioni e di speranze,
di attese snervanti per un futuro di soli infuocati
e di benessere, segno palpabile del progresso.
Segno della storia che percorre passaggi obbligati
calpestando corpi inermi e suscitando orgoglio
e fede negli eroi, che unici al mondo
ignorano l'egoismo e il disprezzo per la verità.
Sono uomini grandi che hanno come missione
il rischiararsi dell'orizzonte cupo
e il sostegno alle schiene ricurve
e alle mani callose e unte degli operai.
Si radunano in locali fumosi,
con l'aria impregnata di passioni carnali
che distraggono dalla fuliggine nera
di fabbriche e quartieri.
Una missione senza messia,
di fede prossima all'anima purificata
da ogni istinto animale. Un abbraccio caldo
di compagni, amici, regine con i seni scoperti
e le armi nascoste sotto le sottane, pronte alla lotta.
Dio è morto e gli eroi sono morti con loro?
La narrazione è incanto di vie fatate del mondo, è la strade di viandanti
e sentimenti che creano il mondo esteriore.
La narrazione detta il senso,
l'accorato sentire il dolore altrui
e le storie umane.
Senza narrazione non c'è nè pietà, nè illusione,
solo un vuoto rincorrersi di banalità
e autocommiserazione.
Sarebbe questo il senso dell'evoluzione umana?
La vita cruda senza un prisma di luce che inganni la percezione
e dia un senso alle scorie legnose,
alle rive di cemento,
e ai sogni di chi sogna il futuro?
Non sono mai stato a Gaza ma ho visto la mia immagine riflessa sui palazzi bruciati e sulle facce segnate da tatuaggi di guerra di adolescenti Si fanno selfie fra le macerie dedicandoli al cuore avvizzito di dame protese a cercare l'inferno. Non ho mai combattuto seriamente e non ho mai visto il sangue scorrere da ferite mortali in un campo di battaglia, ma ho visto la mia immagine riflessa sulle baionette intinte di veleno. Oggi pensavo che vigliacco sono a non desiderare una morte eroica in battaglia e preferire ricordi spenti nell'alcol e la pace dei sommi sacerdoti del nulla alle sagge parole degli infami col martello di Thor. Non sono mai stato da nessuna parte, nei vicoli ruvidi che risuonano delle grida di ladri e prostitute, nei bassifondi popolati da larve umane con le facce scavate e i denti marci, che cercano rifugio dalla propria coscienza fra le braccia del fentanyl. Nei centri di salute mentale con le navi dei fo...
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