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Preferisco il silenzio

Preferisco il silenzio.
il sibilo sgraziato di parole non dette e sospiri rantolanti.

Preferisco questo alle orge di spritz
e ai racconti dell'orrore vacuo dei cazzari delle metropoli.
 

Preferisco il mantra dei rosari delle vecchie di paese
al  chiacchiericcio
da comari sulla porta ventosa.

Preferisco il silenzio composto dei chierichetti e dei sacrestani,
l'odore placido di muschio e i volti lividi di anonimi impiegati,
al frastuono affaccendato  di eserciti di tatuati
con le insegne sacre del dio dei pirla.
 

Preferisco la nostalgia col cuore rivolto
a un passato che ricordi male, ma dal quale non vuoi liberarti,
al cogli l'attimo, quando l'attimo non è futuro di rivolta
ma edonismo pezzente e offesa dei morti

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Vergogna

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La violenza

È tempo ormai che ho smesso di menare le mani, ma posso sempre ricominciare, in fondo diceva l'amico dei bassifondi è come andare in bicicletta. Non sopporto l'ombra nera che avvolge tutto e offusca ogni memoria di ponti sull'acqua e di maldestri abboccamenti di femmine  col cuore in affanno . Non sopporto la vigliaccheria che ti avvelena l'animo e proietta immagini della violenza benedetta dal cattivo maestro o usata come un destino di pietra dal sicario dell'ultima serie TV, surrogati della forza interiore dell'Übermensch. Eppure è lì, nella violenza, nell'amaro in bocca, nei rimpianti e nel ruggito dell'eroe che intravedi la salvezza e l'onore

Anime sorde

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