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Preferisco il silenzio

Preferisco il silenzio.
il sibilo sgraziato di parole non dette e sospiri rantolanti.

Preferisco questo alle orge di spritz
e ai racconti dell'orrore vacuo dei cazzari delle metropoli.
 

Preferisco il mantra dei rosari delle vecchie di paese
al  chiacchiericcio
da comari sulla porta ventosa.

Preferisco il silenzio composto dei chierichetti e dei sacrestani,
l'odore placido di muschio e i volti lividi di anonimi impiegati,
al frastuono affaccendato  di eserciti di tatuati
con le insegne sacre del dio dei pirla.
 

Preferisco la nostalgia col cuore rivolto
a un passato che ricordi male, ma dal quale non vuoi liberarti,
al cogli l'attimo, quando l'attimo non è futuro di rivolta
ma edonismo pezzente e offesa dei morti

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  Tutto degrada tranne la vergogna, nei cuori di tenebra non c'è vergogna. Vergogna è ansimare di cupi teatranti e sentimenti di mezzi uomini. Vergogna è anima di agnello sfuggito al latrare dei cani, vergogna è il ciglio abbassato del superuomo e il desiderio di morire restando vivi   Voglio seppellire la vergogna nell'oscurità del borgo   e nella gaiezza dei conventi , voglio dimenticare il sangue, il lavacro degli dei, le colpe del mondo profondo e tetro.

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