Tomorrow I go to Ukraine, stripping myself of sense.
I am going with my comrades in disarmament,
I bring goods and the desire to touch the minefields
and trenches among the wheat fields.
Tomorrow I go to Ukraine, we save humans.
Andriy,
Danylo,
Oleh,
Tapac,
Alina,
Mikhaylyna,
Oleksandra
Where are you?
Lying in the wounds of the earth, guardians of the mud
Ukraine, who seeks the bare tables of the dead
and the flags that recall the red springs?
We hear only the cries of women and men
Against the zealots of the dark bear.
Tomorrow I go to Ukraine
With my comrades of disarmament
I bring light and shadow
I bring sincere words
I bring blood from the bowels of the bear
I bring women's truths
I bring prayers from the convents of the Apocalypse
Let us remember the flow of rivers
and the air thick with the rust of tanks
let us follow the footsteps of the leaders
and the breath of fear
"L'infame involontario" è un membro di una ristretta categoria di persone, di per sè non necessariamente disoneste intellettualmente. L'infame involontario però è pur sempre un infame, oggettivamente spregevole nel suo esprimersi e nella costruzione delle sue tesi. A differenza dell'infame "volontario" soggettivamente infame, che coltiva la sua infamia in piena sintonia con la sua personalità, senza alcun senso di colpa ed è totalmente asservito alle esigenze del potere, l'infame involontario ha una storia travagliata alle spalle, fatta di conflitti interiori, di esperienze al limite, spesso contrassegnate dalla violenza come emersione di un percorso interiore in cui il parassita della doverizzazione ha imposto scelte radicali seppur sofferte. Parliamo di una visione della giustizia universale dove si impone la scelta di stare dalla parte del più debole e degli sfruttati senza fare sconti alla propria coscienza, consapevoli di dover compiere scelte ...
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