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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Inverno pandemico

 Inverno pandemico.  Affacciati alle finestre contiamo i passi plumbei e guardiamo,  spogli e unti di Natale,  gli aliti insofferenti trasformarsi in anelli di ghiaccio. Non siamo né migliori né peggiori,  abbiamo solo il fiato corto  e scacciamo le ombre della paura dai nostri tetti assolati. Pensiamo alla solidarietà spinti dai sensi di colpa,  ma subito dopo cerchiamo riparo nelle spire del serpente  e nei seni prorompenti di donne dagli sguardi avventati  e le bocche cucite. 

Panzieri, Tronti, Negri e l'operaismo. Ma che c'azzecca con noi - Parte I -

 

Don't look up. Ma anche si

In effetti il difetto maggiore, se così si può dire, di questa pellicola è forse il suo maggiore pregio: il film mostra una realtà  parzialmente dissociata, dove l'elemento distopico invade la realtà, fatta di persone "normali" con i comuni difetti della gente che di questa distopia si nutre. Le persone ordinarie infatti pur essendo mediamente migliori delle elite che le comanda, sono ugualmente il riflesso della loro stupidità. Diversamente il film avrebbe dovuto avere un taglio più realistico con maggiore suspense, con uno sbilanciamento non voluto e un registro più stereotipato

Natale

  Giorno di regalìe del resto vacuo    e smisurato di ciò che resta di noi.   Simulacri vestiti a festa corrono frenetici,    salmodiando il senso della vita    mentre arraffano frammenti di specchi scomposti    e a poco prezzo, riflessi di un io immerso nel muschio selvaggio   e nei religiosi silenzi.    Tutte le ferite tacciono,    tutti i gemiti si trasformano in sinfonie di cuori    senza più nemmeno l'ombra della tragedia.    È Natale, il giorno della vittoria sui morti viventi  

Gilles Deleuze, Felix Guattari - L'Antiedipo parte II -

 

Gilles Deleuze, Felix Guattari - L'Antiedipo - Parte I -

 

L'arte degenerata

L'arte degenerata, da linee adombrate di volti di donna, perfetti lasciti della nostalgia di gonne svolazzanti e di peschi fioriti. Con passo greve e sorrisi tatuati, arriviamo allo scempio di linee invisibili che si dissolvono al grido di vendetta. Il gobbo sapiente che si imbeve di carte sudate e consuma l'orgoglio su cumuli di sapere ingiallito al lume di candela, lascia il posto a guitti irridenti dalla lingua sciolta e dal volere comandato da un io indifferente al sangue e alla menzogna. Adorabili gli scarabocchi, dicono che sono tratti distintivi di un'epoca, marchi sui portoni di un bordello di anime morte

La politica possibile di un mondo impossibile

La politica è o sarebbe l'arte del possibile. Questo possibile in Italia è stato meticolosamente recintato, presidiato e privatizzato da una classe politica fatta di persone volutamente ignoranti e altamente distruttive, che hanno ingabbiato ogni senso comune della politica stessa dopo averlo buttato  in un'arena di sputi, peti e pernacchie. Tutto ciò senza fare qualcosa di utile nemmeno per sbaglio, a parte qualche piccola correzione alla legge Fornero ad opera di uno dei peggio.  Parliamoci chiaro, in un situazione del genere c'è chi ci campa alla grande, come certi industriali del nord, che si attaccano alla filiera tedesca, e c'è chi campicchia, come un  ceto medio residuale, deapauperato e in stato confusionale, ma che ancora conserva una certa capacità di spesa (fra questi lettori di Repubblica, buona parte vota il PD). Gli altri, giovani precari, disoccupati, pensionati e detentori di salari da fame se la cavano da male a malissimo, visto l'aria che tira. Que...

Tempo, alla fine

Domani non avrò interesse a scegliere i doni del tempo  e le vie tortuose,  perché la vita continuerà immutata,  senza urla festose e ragliare di asini che irridono alla fine.  Domani sarà l'onda del dispiacere,  storpi,  vandali  e mendicanti rancorosi a ricordare i primi passi.