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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

la Guerra tuttavia

La Guerra tuttavia L'inverno dei pazzi ci mette gli uni contro gli altri,   pronti a sollevare le braccia verso Dio, cuore ricurvo, aspettiamo la discesa brava degli  scheletri imbiancati,  sorridenti, macabri, spenti di ferocia. Lì a Kherson si fronteggiano interessi concreti,  anime perse,  strategie di fuoco, rosso sangue, sogno della patria.  Intrighi della mente degli spettatori della tragedia. Vorremmo toccare con mano il dolore per lenire il senso di colpa.  Vorremo essere una sola umanità, ma non possiamo.  L'anima nera  gioca a dadi e accompagna la guerra con grida di approvazione o di orrore. Non ha importanza per noi,  sapremo sempre creare una letteratura che intorpidisca il senso del tempo  e ci conceda l'oblio per le stragi della nascente borghesia.  I colpevoli hanno le nostre facce,  il nostro sangue, dolce come la malvasia le nostre stesse pene e la nostra berciante malvagità, ...

Solo nella nebbia

Solo nella nebbia   Capita a volte di avanzare lento e privo del sollievo della memoria  in un alveare di nebbia su pianure melmose,  accompagnando l'ondeggiare ordinato del figlio della palude.  Assorto su volti di giovani anonimi, seguo le scie del mondo nuovo.  Devo nascondere le rughe di un volto consumato dal sale  e dalle pieghe di una curiosità contorta, per evitare l'imbarazzo di un sospiro rancoroso e colmo di rimpianti.  Attraverso il lago di brina e di fili setosi,  fino alla banche dell'Adige,  non vedo fuochi né luccichii di speranza,  ma solo la storia che si ripete all'infinito,  con le ingiustizie dei primordi che attendono il grande avvento di fine stagione.  Siamo al riparo dalla nostalgia dell'infinito,  ma invidiamo la placida immortalità dell'olmo

Sono nero e ti vengo a prendere

Sono nero, vengo a casa tua e ti vengo a prendere.  Chi se ne frega mi prendo tutto quello che posso.  Per secoli ci avete depredato, raschiato le nostre terre  e ridotto le nostre anime a foglie morte intinte di veleno.  Allora non ti devo il prezzo della bontà,  sei tu che hai  un debito di cinismo con me.  Non mi importa nemmeno dei neri come me,  fratelli di onde assassine e del fetore raccolto delle navi,  loro sono l'anima nera della coscienza dei bianchi,  sono sagome incoscienti,  come cartoni animati, che sfilano nei porti  fra bandiere tricolori e folle urlanti. Che si salvino come possono, loro.  Sono quello che mi avete fatto diventare,  sono l'ombra nera sui natali colorati  e sulle spese folli che grondano buoni sentimenti p.s. avviso ai legionari: è un testo a suo modo anti razzista

Vorrei parlare

Vorrei parlare delle cantine di maggio, del profumo del mosto, del rosso accecante,  invece parlerò del senso di dovere  raggelato dal timore di ossa stritolate.  Del senso di colpa per gli arti raccolti in scatole parlanti,  che non interrogano  e non sono interrogate.  Vorrei parlare di donne leggiadre,  di gonne svolazzanti fra il turbinio di pollini  che solleticano le narici.  Ma parlerò invece del nichilismo dei poveri,  del sangue senza sconti  e di quella voce interiore  che canta inni alla morte,  fra lo sciabordio di natanti  che si affrettano verso nord, nella speranza di lasciare indietro volti e deserti noti. Vorrei parlare finché posso,  ma senza fare discorsi amari  e senza rigirarmi in un loculo  con pareti a tinte fosche

Amici

Amici facce livide e ubriache di gioventù  a discutere del rinnegato Kautsky e di città in fiamme. Fragori di vittoria nella lingua di fuoco fra le brume padane  e le cattedrali dell'Est e dell'Ovest,  rifugi ignari della guerra dei mondi, dei montanari d'Abruzzo.  Nulla sarà più lo stesso quando gli incantatori di Scozia  violeranno la tregua dell'incedere lento sulle strade sterrate di Manchester  e quando e gli spiriti scacciati dalla storia  e dalla banalità di un male avvolto nella nebbia,  urleranno favole di folletti per le strade di Galway. Fate scorrere il vino che scalda lo sguardo all'ultimo autobus per il borgo,  il sole di Marzo non aspetta.  Le spirali rossastre di erba che profuma di porti assolati  non avranno riguardo per gli amici  e inghiottiranno l'attesa del mondo nuovo

Questo è l'Occidente

 dal blog di Domenico D'Amico            Cy Twombly, Senza Titolo (Bacchus), venduto il 15 novembre 2022 per 42 milioni di dollari

Ikigai

 Ikigai Sotto il fusto dell'olmo, carezzati da brezze unte di resti avari  e odori della periferia. Il senso di che.  Le medaglie che mostriamo sono antiche promesse di guerra,  di  eroismo e di  sangue, sopra strade lastricate di mosaici sulla via di Santiago. Eppure ci piaceva l'odore della polvere da sparo,  le corse vertiginose  e le notti passate a bere  e a costruire fantasie di donna. Penso al senso del tutto,  raccontato nella novella del solito Sabato, tutti stretti fra le spire di fumo di sigaretta  e la noia per il mattino di sudore. La sera finalmente si beve di nuovo,  le angoscie scivolano nell'ombra di suono,  il solito locale, infestato di sguardi untuosi  e di capelli esageratamente ispidi e raccolti. Ikigai, si rinnova la promessa,  ma il tempo scorre leggero fra le nuvole della montagna  e il viaggio di Agosto verso la Catalogna.  Ci rivedremo a contare gli anni che mancano  e gl...

It was night

 It was the night Orange ellipses, blurred suns from the mines of the north illuminate the ragamuffin with his torn braces. Behind the curtain of red malafare, whispers a TV set still on He makes us laugh, the ragamuffin, he reminds us of childhood stories, when we we used to rush the night and tasted food covered in strange jellies. The faces all around had silver halos, tired and huddled behind the bed as they they waited for the end of the frisson unleashed by the last demon of the night. Severity and firmness, even mockery that deadens sleep, hisses bouncing off the newly whitewashed walls. Despite everything, affection for the fathers in the dreamed future does not fade. It was the night

Era la notte

Era la notte  Ellissi di luce, pallidi soli che dalle miniere del nord illuminano lo straccione con le bretelle slabbrate.  Dietro la tenda di rosso malaffare, bisbiglia un televisore ancora acceso. Ci fa ridere, lo straccione, ci ricorda storie dell'infanzia, quando si metteva fretta alla notte e  si assaporavano cibi ricoperti di strane gelatine. I volti tutto intorno avevano aureole argentate,  stanchi e assiepati dietro al letto mentre  attendevano la fine del fremito scatenato dall'ultimo demone della notte. Severità e scarsa tolleranza,  scherno che mortifica il sonno e  sibili che rimbalzano sui muri imbiancati da poco. Malgrado tutto, questo  non sbiadisce l'affetto verso i padri nel futuro sognato.  Era la notte

Era il '77

Mi ricordo di te, ho sparso le foto di Bresson per te sul cammino di casa, ho lasciato rose rosse sul limitare del viale,  sperando in un tuo sguardo complice. Sei l'immagine stereotipata che più da corpo a una normale passione,  finta come bagliori virtuali e vera come il mio palpitare. Adoro il tuo incedere sicuro, il volto che sorride allo sguardo imbarazzato, la tua treccia lucida e scura come le piume di un corvo,  i tuoi seni che scolpiscono la maglietta.  Era il 77, anno di fuochi che bruciano bandiere,  di orecchie sanguinanti nei pub di un mondo obliquo, di arcobaleni psichedelici e di una rara eccitazione giovanile. Mi ricordo di te, sorpresa dal fato e dalla neve azzurrognola. Per te avrei fermato il tempo  e l'orizzonte sarebbe stato perennemente infuocato

L'autunno di ieri

Caduta di falsi ieri nascosti nel fogliame ingiallito  L'aria calda sfarina il terriccio sul volto di ciechi che alitano sui vetri  per rubare il suono dell'ascesa dei crisantemi.  Nessuno ha brama di sangue,  ma la violenza esplode nelle piazze all'indomani del vento che annuncia la primavera.  Un'anziana signora con la lingua solcata dal sale e  la voce sibilante di chi sopravvive al vento dell'est,  sedeva lì

Migranti 2

Migranti, il rumore di risacca sui sui teschi spogli e bianchi, nelle rive del mare di morte, gabbiani urlano sulle spoglie di poeti stanchi. Ferite lacere e ricordi di colli brutali, si trascinano  sulle coste degli aranci in fiore, fino alle terre frastronate di frati venali. Riaprono le case di Bacco mentre scrutiamo l'orizzonte, ammirando la scura terra dei ricordi e delle normalità agognate, lasciatemi a morire di là dal ponte, ma fatemi ancora sognare l'amore della donna  col vestito bianco che mi saluta,  odorosa di sale  

Images of absences

Images of absences. Deaf noises and croaked voices from the last cigarette. Timeless reproaches, with the smile and anger of those in charge. Manly gestures, beatings and human sacrifices of those who believe in blind tradition,  but invokes with a squinting eye the care of modernity. Affectionate glances that dissolve the dark halos of fear. How boring and how grateful. I see her coming towards me with the gaze of one who protects you and caresses you with deception. I invoke forgiveness and blank stares to escape the grip of motherly love. What about the resentment I feel All this is pain of absence and a painting with dark spots on a rust-coloured wall

Immagini di assenze

Immagini di assenze.  Rumori sordi e voci gracchianti dell'ultima sigaretta.  Rimproveri senza tempo, col sorriso e la rabbia di chi comanda.  Gesti maneschi, botte e sacrifici umani di chi crede nella cieca tradizione,  ma invoca con occhio strabico la cura della modernità. Sguardi affettuosi che dissolvono gli aloni scuri della paura.  Che noia e che riconoscenza. La vedo venirmi incontro con lo sguardo di chi ti protegge  e ti accudisce con l'inganno.  Invoco perdono e sguardi assenti  per sfuggire alle morse dell'amore materno.  Che dire del rancore che provo Tutto questo è dolore dell'assenza  e un quadro con macchie scure in una parete color ruggine